Leggiamo in questi giorni vari interessanti interventi inerenti il delicato tema degli insediamenti urbanistici e logistici a Verona (ormai quasi tutti concentrati a Verona Sud) con le conseguenti complesse e cruciali ricadute sul territorio e la vivibilità dei cittadini.
Già perché a Verona Sud non vi sono solo centri commerciali ed attività economiche, vi sono anche 65.000 cittadini a cui non si dovrebbero negare diritti fondamentali quali la salute e la vivibilità.
Leggendo il bellissimo recente articolo di approfondimento firmato da Annalisa Mancini, capiamo bene come vi siano ancora in atto meccanismi decisionali distorti ed una carente visione politica che non hanno permesso uno sviluppo equilibrato, sostenibile e realmente utile ai cittadini, quanto piuttosto consentire speculazioni e guadagni milionari per pochi a danno di molti.
Dovremmo ormai esserci resi tutti conto (ma evidentemente non è così) che ai cittadini di una città, ad una nazione, in via generale all’ uomo, non serve innanzi tutto lo sviluppo economico ( o non prioritariamente) se questo non tiene conto di altri principi e valori che rendano sostenibile tale presunto sviluppo.
Come si fa, ad esempio, ad insediare su un territorio come quello di Verona Sud un’esagerata presenza di centri logistici portando nuovo traffico e nuovo inquinamento in un contesto già degradato e calpestato dalle scelte politiche/urbanistiche degli ultimi decenni?
Si possono forse autorizzare certi nuovi insediamenti senza che vi sia già ora (non dopo e forse) un’adeguata viabilità?
Si possono ragionevolmente aumentare ulteriormente traffico e inquinamento senza che siano ancora state realizzate le aree verdi di mitigazione dovute per legge (oltre che richieste dal buon senso) relative a tutti i recenti insediamenti fatti recentemente a Verona Sud? Dove sono le migliaia di alberi che dovevano essere piantati a Verona Sud congiuntamente agli insediamenti di enormi strutture commerciali qui arrivate?
Chi ha autorizzato si è preoccupato di verificare e consentire le aperture delle attività solo dopo la reale realizzazione del verde di mitigazione, parte fondamentale delle previste opere compensative a garantire i necessari standard urbanistici?
Si ritiene forse etico e rispettoso della dignità dei cittadini penalizzare la loro qualità di vita e salute al solo fine di garantire lauti guadagni ad imprenditori ben poco attenti al territorio in cui si insediano (ovviamente con la complicità di una poco avveduta e poco lungimirante politica).
Interessanti anche gli ultimi interventi dell’architetto Massignan: dal suo ultimo articolo prendiamo le ultime righe per porgere a lui ed ai lettori alcune considerazioni.
Egli scrive: “Le scelte d’uso del territorio sono troppo importanti per permettere che siano decise soprattutto dagli interessi economici, o peggio da quelli della criminalità organizzata. Per questo è necessario porre dei limiti all’urbanistica concertata e iniziare a pianificare con quella partecipata, dove le scelte vengono prese con il contributo attivo e reale della popolazione.”
Orbene, senza bisogno di andare tanto in cerca di innovative e futuribili modalità partecipative, di che parliamo se le stesse decisioni prese dalle istituzionali rappresentanze dei cittadini, ovvero i Consigli di Circoscrizione (ancorché vi sarebbe da aprire una delicata questione sui deleteri condizionamenti politici che i consiglieri talora subiscono per i cosiddetti “ordini di scuderia”), sono bellamente ignorate dai livelli decisionali di Palazzo Barbieri! E dove sta allora la democrazia?
Purtroppo c’è davvero una grande mistificazione: quand’anche assessori e sindaco si degnino di andare presso le circoscrizioni per illustrare progetti e linee di sviluppo che impattano su quel territorio, lo fanno per una formale adesione al suddetto giusto principio di “partecipazione” (del resto previsto da superiori indirizzi normativi), ma nei fatti lo tradiscono platealmente dato che non si ritengono affatto in dovere di rispondere alle giuste istanze del territorio, alle pertinenti osservazioni, ed alle domande poste dai cittadini. Così è stato per la questione del filobus, così è avvenuto per la presentazione della variante 29 in V Circoscrizione.
Un solo esempio: perché l’assessore all’urbanistica non ha risposto, durante la suddetta presentazione, spiegando dove siano finiti qualche migliaio di alberi che dovevano essere piantati a Verona Sud a parziale mitigazione degli insediamenti dei recenti centri commerciali?
E perché nel Comune di Verona è ancora vigente una truffaldina applicazione dello strumento della “monetizzazione” che invece di far realizzare il verde dovuto (aree ed alberi) permette a chi vuol speculare di cavarsela con il versamento del solo costo delle piantine da piantare, ma non dei terreni su cui piantarle?
Caro arch. Massignan, lei auspica giustamente una rigenerazione urbana che preveda il recupero di aree edificate dismesse per trasformarle a verde utilizzando anche lo strumento dell’esproprio: ma non le pare che sarebbe più semplice e giusto che il Comune semplicemente le acquistasse con i coerenti e proporzionali incassi che gli dovrebbero derivare da una corretta monetizzazione degli standard urbanistici?
Forse bisognerà smetterla di girare troppo attorno alle questioni invocando chissà quali strutturali soluzioni: servono piuttosto più cittadini consapevoli ed amministratori intellettualmente onesti in grado di eliminare le storture create ad arte (con regolamenti comunali) da amministratori eletti dai cittadini ma evidentemente più attenti ai desiderata degli imprenditori.
Se ciò non avviene dovrebbe allora intervenire il potere giudiziario: esistono leggi “di rango superiore” a tutela della salute, dell’ambiente, della vivibilità dei territori: si facciano rispettare.
Lo dice anche una famosa sentenza del Consiglio di Stato che nelle scelte urbanistiche non si possono lasciare i “commoda” ai costruttori e gli “incommoda” ai cittadini.
Intanto si cominci a restituire il verde rubato ai cittadini (800.000 mq solo a Verona Sud, 2 milioni di mq complessivamente nel comune di Verona), poi si ragioni su nuovi insediamenti.
Il Comitato Verona Sud
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